IL RITO DELLE ESEQUIE OGGI

IL RITO DELLE ESEQUIE OGGI

 di don Giulio Viviani, parroco a Mezzocorona e Roverè della Luna

Per un parroco uno degli impegni più frequenti, importanti e pastoralmente doverosi, è quelle dei funerali. Il Rito delle Esequie avviene però ormai in un contesto sociale ed ecclesiale che è profondamente mutato in questi ultimi decenni. Nei nostri paesi esso conserva ancora una sua peculiare dimensione comunitaria, da valorizzare e mantenere con la partecipazione di molte persone. In questo sono particolarmente lodevoli quanti assicurano il suono e il canto, le letture e i salmi, con i sacristi e i ministranti, che con altri vari collaboratori prestano il loro servizio.

Con il calo dei sacerdoti e con la situazione di molte persone e famiglie che ormai non frequentano più i Sacramenti si pongono però nuove problematiche, che stiamo condividendo tra sacerdoti. Già negli anni ‘80 affermavo che nel futuro (e quindi oggi) per molti bambini (ma anche per la comunità) il prete sarebbe apparso quasi come un “fossore”: lo avrebbero visto solo per i funerali! Non nego che le esequie siano un momento prezioso e delicato, ma la vita non è solo la “morte”! Oltre dieci anni fa invitavo a pensare ai funerali senza la celebrazione della Messa, ma con una Liturgia della Parola, come del resto avveniva già dagli anni ‘70 nel cimitero della città di Trento. È giunto il momento per le nostre parrocchie di tornate al passato! Sì, perché fino al Concilio Vaticano II (1962-1965) i funerali erano celebrati normalmente senza la Messa! Perché la Messa si celebrava solo al mattino. Infatti, il Rito delle Esequie non è un Sacramento ma un sacramentale.

Oggi la problematica si ripresenta in tutte le nostre comunità, che ormai accorpate con un unico parroco, non possono più dire: “Oggi c’è stata la Messa del funerale e quindi non c’è la Messa di orario!”; perché questo avviene in un altro paese. Occorre evitare al sacerdote di dover celebrare più Messe nei giorni feriali e spesso saltando la celebrazione di feste e memorie che ricorrono nella settimana. D’altra parte, molti, che oggi partecipano alle Messe dei funerali, sono non praticanti e non sanno neppure come comportarsi (non fanno il segno di croce, non sanno rispondere, non pregano il Padre nostro, stanno seduti al Vangelo e alla consacrazione, non possono o non desiderano fare la Santa Comunione e se la fanno ti dicono grazie invece che Amen! …); è sotto gli occhi di tutti il loro disagio. Non è bello, non è opportuno, che la comunità cristiana celebri il suo Sacramento più importante, coinvolgente e prezioso che è l’Eucaristia, in un clima di incomprensione e di disinteresse.